Il settore tech, un tempo considerato l'eldorado per i giovani talenti, sembra ora barricarsi. L'intelligenza artificiale e la prudenza delle aziende stanno ridisegnando un percorso a ostacoli per ottenere un primo impiego.
Hai appena terminato i tuoi studi in informatica, carico di diplomi e sogni di codice… ma la porta del settore tech sembra disperatamente chiusa? Non sei il solo. Lontano dall'immagine idealizzata di un settore che assume a ritmo sostenuto, ottenere il primo lavoro nella tecnologia nel 2025 assomiglia sempre più a una corsa a ostacoli. E questo vale sia che tu sia nella Silicon Valley che in Francia.
27/05/2025 13:18 JérômeImmaginate un collo di bottiglia. È più o meno ciò che sta accadendo per le posizioni entry-level nel settore tech. Secondo un'analisi di SignalFire, il reclutamento di neolaureati da parte dei colossi della tecnologia statunitensi sarebbe crollato di oltre il 50% dal 2019. Anche le startup, un tempo terreno fertile per i nuovi arrivati, non fanno eccezione e stanno riducendo le assunzioni.
In Francia, la situazione è simile e l'Association Pour l'Emploi des Cadres (APEC) lancia l'allarme: dopo un calo del 19% delle assunzioni di giovani quadri (con meno di un anno di esperienza) nel 2024, si prevede un'ulteriore diminuzione del 16% nel 2025. L'informatica, nonostante rimanga un settore chiave per l'occupazione dei quadri, ha visto un crollo del 18% nelle assunzioni di giovani nel 2024. Per questo freno improvviso? Le aziende, di fronte a un contesto economico incerto e alla fine del "denaro facile", preferiscono ora puntare su profili esperti, immediatamente operativi, piuttosto che investire nella formazione di neofiti. È come se si chiedesse ai giovani di avere esperienza... prima ancora di aver avuto la possibilità di acquisirla. Un "cambio generazionale nel reclutamento", come sottolinea SignalFire, che lascia i nuovi talenti a terra.
In questo quadro piuttosto cupo, un attore importante si fa strada, o meglio, sconvolge la scena: l'intelligenza artificiale (IA). L'IA è quel software super-intelligente in grado di apprendere e svolgere compiti che un tempo richiedevano un essere umano. Pratico, no? A meno che quei compiti non siano quelli di una posizione entry-level. Il Forum Economico Mondiale (WEF) stima che l'IA potrebbe automatizzare tanti ruoli quanti ne crea, colpendo in particolare i lavori da "colletti bianchi" all'inizio della carriera. Compiti come lo sviluppo di codice base, l'analisi dei dati o la ricerca di mercato, spesso affidati ai giovani, possono ora essere in parte gestiti da IA generative. Inoltre, secondo dati raccolti da ExplodingTopics.com, il 23,5% delle aziende statunitensi avrebbe già sostituito dipendenti con ChatGPT.
Ma l'IA non è solo una distruttrice di posti di lavoro. È anche una straordinaria macchina per creare nuove opportunità e trasformare le professioni esistenti. Il sito DataBird sottolinea che la domanda di competenze in IA è esplosa, con salari spesso più elevati. Pensate a ruoli come "ingegnere di machine learning" (l'arte di insegnare alle macchine), "specialista in cybersecurity IA" (per contrastare minacce potenziate dall'IA) o "architetto di dati IA". La sfida per i giovani? Formarsi su queste nuove competenze, imparare a "collaborare" con l'IA anziché vederla come una concorrente.
Quindi, cosa fare se sei un neolaureato con il sogno di lavorare nella tech? Arrendersi? Assolutamente no. Ma è necessario adattare la strategia.
Lo sapevate?
Secondo DataBird, l'86% dei dipendenti francesi ritiene che una formazione sull'IA sia necessaria per rimanere rilevanti nel mercato del lavoro, e l'85% delle professioni sarà, in un modo o nell'altro, influenzato dall'IA entro il 2025 in Francia. Il governo francese ha inoltre lanciato diverse iniziative nell'ambito della sua strategia nazionale per l'IA, mirando a formare più talenti.
Il panorama del primo impiego nella tech è indubbiamente più duro rispetto a qualche anno fa. Le aziende stringono i cordoni della borsa e l'IA ridefinisce le regole del gioco. Il paradosso è che mai come ora il bisogno di competenze digitali e comprensione dell'IA è stato così forte. La Francia, attraverso il piano France 2030, ambisce a formare in massa per i lavori del futuro legati all'intelligenza artificiale.
Non si tratta più solo di saper "scrivere codice", ma di capire come la tecnologia può risolvere problemi complessi, come l'IA può diventare un assistente superpotente e come portare un valore aggiunto unico. I "lavori più richiesti", come ricorda il sito WegestU, includono ancora sviluppatori, ma anche ingegneri DevOps (coloro che ottimizzano la creazione e il deployment di software), esperti di cloud (l'informatica dematerializzata) e, naturalmente, specialisti in cybersecurity e data/IA.
L'attuale crisi potrebbe essere il segno di una maturazione del settore: dopo l'euforia, spazio a una crescita più ponderata e a una domanda di profili forse meno numerosi all'ingresso, ma più adattabili e dotati di una visione più ampia.
Quindi, giovani germogli della tech, il percorso potrebbe essere più impervio, ma non è chiuso. Con la giusta bussola – un mix di competenze tecniche avanzate, agilità intellettuale e una buona dose di perseveranza – l'avventura tecnologica vi aspetta. Pronti a codificare il futuro, in modo diverso?
Jerome
Esperto in sviluppo web, SEO e intelligenza artificiale, la mia esperienza pratica nella creazione di sistemi automatizzati risale al 2009. Oggi, oltre a redigere articoli per decifrare l'attualità e le sfide dell'IA, progetto soluzioni su misura e intervengo come consulente e formatore per un'IA etica, efficiente e responsabile.