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IA in locale: Google lancia in sordina un’app che inserisce cervelli digitali nel tuo smartphone

L’IA in tasca, anche offline? Google ha un’app (quasi) segreta per questo

Google lancia in sordina AI Edge Gallery: l'intelligenza artificiale che sussurra all'orecchio del tuo smartphone, anche offline. Promette una mini-rivoluzione?

Vi è mai capitato di rimanere senza rete proprio nel momento in cui una domanda esistenziale (o decisamente più banale) richiedeva il parere illuminato di un'intelligenza artificiale? Frustrante, non è vero? Ebbene, Google sembra aver ascoltato le nostre preghiere da tecnofili disconnessi. La società di Mountain View ha silenziosamente pubblicato la scorsa settimana un'applicazione sperimentale chiamata Google AI Edge Gallery. La sua promessa? Far funzionare modelli di IA direttamente sul tuo telefono Android (iOS è annunciato a breve), senza bisogno di avvicinarsi alla benché minima barra di Wi-Fi o 4G una volta scaricato il modello.

01/06/2025 21:34 Jérôme

L'IA a chilometro zero: il tuo telefono diventa il direttore d'orchestra

Allora, concretamente, di cosa si nutre un'IA locale? Immagina: invece di inviare le tue richieste a potenti server lontani situati in data center, è il processore del tuo telefono che si mette al lavoro. È un po' come avere un mini-cervello digitale a bordo. Il vantaggio principale è innanzitutto la privacy. Addio all'ansia di vedere i tuoi dati personali o sensibili transitare nel cloud per essere analizzati. Tutto rimane a casa tua, o meglio, in tasca. E poi, c'è l'aspetto pratico: l'IA è disponibile anche nel cuore di una zona senza copertura.

Google AI Edge Gallery, descritta sulla sua pagina GitHub come una "versione Alpha sperimentale", attinge i suoi modelli di IA da un catalogo ben noto agli sviluppatori: Hugging Face. È una sorta di enorme biblioteca collaborativa dove è possibile trovare e condividere modelli di IA pre-addestrati. L'applicazione permette così di scaricare quelli compatibili per poi utilizzarli per generare immagini, rispondere a domande o persino scrivere e correggere codice.

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Prompt, chiacchiere e prestazioni: cosa aspettarsi?

L'interfaccia offre scorciatoie per attività come "Ask Image" (per interrogare un'immagine) o "AI Chat" (per una conversazione con l'IA). Ma il cuore del sistema per gli smanettoni è senza dubbio il "Prompt Lab".

Cos'è un "prompt"? Semplicemente l'istruzione che dai all'IA. Il "Prompt Lab" è quindi uno spazio per sperimentare: chiedi all'IA di riassumere un testo, di riscriverne un altro o di generare codice, il tutto tramite attività dette "single-turn" (un'interazione singola per una risposta unica). Diversi modelli sono disponibili per ogni attività, come il Gemma 3n di Google, che permette di confrontarne le prestazioni.

Google avverte però: "Your mileage may vary", ovvero: i risultati possono variare. I dispositivi moderni con hardware più potente faranno girare i modelli più velocemente. Anche la dimensione del modello di IA conta: un modello grande sarà più lento a rispondere a una domanda su un'immagine rispetto a un modello più piccolo e ottimizzato. La pagina GitHub del progetto Google AI Edge Gallery menziona inoltre che sono disponibili informazioni sulle prestazioni in tempo reale, come il tempo di risposta iniziale (TTFT) o la velocità di decodifica.

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Un parco giochi aperto (e qualche incognita)

Uno degli aspetti più interessanti è che l'applicazione è pubblicata sotto una licenza Apache 2.0. Senza entrare in un gergo giuridico oscuro, ciò significa che può essere utilizzata, modificata e distribuita abbastanza liberamente, anche per scopi commerciali. È un invito chiaro alla comunità degli sviluppatori a impadronirsi dello strumento, esplorarlo e dare il proprio feedback. Del resto, la pagina GitHub evidenzia la possibilità di "testare i tuoi modelli locali LiteRT .task", una tecnologia interna di Google per un'esecuzione ottimizzata dei modelli sul dispositivo.

La posta in gioco è alta: se l'IA nel cloud rimane spesso più potente, la prospettiva di un'IA locale performante e rispettosa della privacy ha di che sedurre. Resta da vedere come evolverà questa iniziativa "sperimentale" e se il grande pubblico la seguirà. La strada è ancora lunga prima che il tuo smartphone diventi un oracolo onnisciente e autonomo, ma Google ha appena posato un mattone intrigante.

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Lo sapevi?

Secondo la pagina GitHub del progetto Google AI Edge Gallery, l'applicazione integra "Google AI Edge Core APIs and tools for on-device ML" e un "LiteRT: Lightweight runtime for optimized model execution". In parole povere, Google non si limita a proporre una galleria, ma anche gli strumenti sottostanti affinché gli sviluppatori possano ottimizzare e far girare efficientemente modelli di intelligenza artificiale direttamente sui nostri dispositivi.

Allora, pronti a scaricare il vostro primo modello di IA per chiacchierare con il vostro telefono, anche in modalità aereo? L'era dell'IA di prossimità potrebbe essere appena iniziata. Ed è piuttosto una buona notizia per le nostre piccole (e grandi) curiosità digitali, al riparo dagli sguardi indiscreti del grande cloud di Internet. A voi la scelta!

Jerome

Esperto in sviluppo web, SEO e intelligenza artificiale, la mia esperienza pratica nella creazione di sistemi automatizzati risale al 2009. Oggi, oltre a redigere articoli per decifrare l'attualità e le sfide dell'IA, progetto soluzioni su misura e intervengo come consulente e formatore per un'IA etica, efficiente e responsabile.

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