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L’IA secondo Mary Meeker: il rapporto BOND che scuote la tecnologia (e le nostre certezze)

L’intelligenza artificiale secondo Mary Meeker: cosa rivela il suo nuovo rapporto BOND su una rivoluzione in corso

L'intelligenza artificiale non è più una promessa lontana, sta già trasformando tutto, più velocemente di quanto avremmo potuto immaginare. Un nuovo rapporto di Mary Meeker e del suo team presso BOND analizza questa accelerazione fulminea. Tenetevi forte, sta andando veloce, molto veloce.

Immaginate una tecnologia che raggiunge 100 milioni di utenti in appena due mesi, mentre Netflix ci ha messo più di dieci anni. È il caso di ChatGPT, figura di spicco di un'ondata di IA che, secondo un voluminoso rapporto del maggio 2025, «sta crescendo materialmente più velocemente» di qualsiasi altra cosa abbiamo visto, compresi gli albori di Internet. Questo documento, una vera miniera di dati e analisi, ci dice che «il ritmo e la portata del cambiamento legati all'evoluzione della tecnologia dell'intelligenza artificiale sono davvero senza precedenti». Gli autori di questo studio non sono altri che Mary Meeker, Jay Simons, Daegwon Chae e Alexander Krey, della società di venture capital BOND, figure ben note nel mondo degli investimenti e dell'analisi tecnologica. Allora, cosa sta accadendo esattamente al cuore di questa rivoluzione?

31/05/2025 12:33 Jérôme

Mary Meeker, la sentinella delle tendenze tecnologiche

Prima di immergerci nei meandri di questo rapporto BOND, una parola sulla sua principale architetta: Mary Meeker. Capitalista di ventura americana e fondatrice di BOND, è un'ex analista di Wall Street la cui competenza su Internet e le nuove tecnologie fa autorità. Molti la conoscono per il suo influente rapporto annuale "Internet Trends", atteso come il messia dalla Silicon Valley per anni. Il suo sguardo sull'IA è quindi particolarmente scrutato.

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L'IA: un "turbo" sui binari di Internet

Una delle prime osservazioni del rapporto è che l'IA agisce come un "moltiplicatore" (o "compounder" in inglese) sull'infrastruttura esistente di Internet. Immaginate Internet come una rete ferroviaria globale già ben consolidata, che collega 5,5 miliardi di cittadini. L'IA è un po' come il nuovo Frecciarossa ultra-veloce che percorre questi binari per diffondere i suoi servizi a una velocità folle. ChatGPT, ad esempio, ha raggiunto il 90% dei suoi utenti attuali al di fuori del Nord America in soli tre anni, mentre ce ne sono voluti 23 per Internet. Questa adozione globale e quasi istantanea è una novità assoluta.

Il paradosso dei costi: l'addestramento vola, l'utilizzo crolla (o quasi)

Addentriamoci un po' nella sala macchine economica dell'IA. Il rapporto mette in luce una dinamica affascinante e un po' paradossale:

  • L'addestramento delle IA costa un occhio della testa (presto due): Sviluppare i modelli di IA più performanti, come i famosi LLM (Large Language Models – vasti modelli linguistici in grado di comprendere e generare testo), è diventato uno degli sforzi più costosi della storia. Si parla di centinaia di milioni di dollari per modello oggi, e Dario Amodei, il capo di Anthropic, stima che l'addestramento di modelli da 10 miliardi di dollari potrebbe iniziare già nel 2025.
  • Usare un'IA diventa (quasi) gratis: Parallelamente, il costo per utilizzare questi modelli una volta addestrati – quello che si chiama costo di inferenza – crolla in modo spettacolare. Il documento cita un calo del 99,7% in due anni per il costo di inferenza per milione di "token" (le piccole unità di testo che l'IA manipola). È come se il prezzo del biglietto del Frecciarossa calasse drasticamente dopo la costosa costruzione della linea. Questo calo è dovuto ai progressi dei chip specializzati (i GPU, o processori grafici) e all'efficienza crescente degli algoritmi.

Questo divario crea una situazione in cui «l'addestramento è costoso, il servizio diventa economico, e il potere di fissare i prezzi si erode». Un vero rompicapo per la redditività dei fornitori di IA, anche se la buona notizia è che questo rende l'IA accessibile a un numero crescente di sviluppatori e utenti.

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La corsa folle dei "Big Six" e l'ascesa della Cina

I giganti della tecnologia non stanno a guardare, investono massicciamente. I "Big Six" americani (Apple, NVIDIA, Microsoft, Alphabet, Amazon (AWS), e Meta) hanno visto le loro spese di investimento (CapEx) balzare del 63% in un anno per raggiungere 212 miliardi di dollari nel 2024. Queste spese, che rappresentano ormai il 15% dei loro ricavi contro l'8% di dieci anni fa, sono largamente trainate dall'IA. Amazon AWS, ad esempio, ha visto il suo CapEx in percentuale dei ricavi passare dal 4% nel 2018 (era del cloud iniziale) al 49% nel 2024 per la costruzione della sua infrastruttura IA/ML.

Ma la competizione è globale. Il rapporto sottolinea che la Cina è un attore importante, che avanza a una velocità notevole, specialmente nel campo dei modelli open-source. Nel 2023, la Cina aveva già installato più robot industriali del resto del mondo (esclusi gli USA). E se si guarda al numero di sistemi di IA "su larga scala" (quelli che richiedono un'enorme potenza di calcolo per il loro addestramento), Stati Uniti e Cina dominano largamente, lasciando il resto del mondo molto indietro. Lo studio parla addirittura di una "corsa allo spazio" dell'IA, dove la leadership tecnologica potrebbe generare una leadership geopolitica.

Lo sapevate?

Il rapporto rivela una statistica sorprendente sull'impatto dell'IA generativa: un'analisi ha scoperto che il 7% di tutti gli articoli scientifici pubblicati nel 2023 mostrava segni di coinvolgimento dell'IA generativa. Questo rappresenterebbe circa 60.000 articoli di ricerca potenzialmente co-scritti da modelli linguistici. Sul fronte dei media, a metà 2024, circa il 6,96% degli articoli di notizie globali era generato dall'IA, ovvero quasi 60.000 articoli al giorno. L'Associated Press, ad esempio, automatizzava già il 5,5% dei suoi dispacci via IA a metà 2023.

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L'IA e noi: verso un nuovo modo di lavorare?

L'IA non si limita a battere record di velocità di adozione, ridefinisce il lavoro. Le offerte di lavoro legate all'IA negli Stati Uniti sono balzate del 448% in sette anni (tra gennaio 2018 e aprile 2025), mentre i lavori informatici non legati all'IA sono diminuiti del 9% nello stesso periodo. Come dice Jensen Huang, il CEO di NVIDIA, citato nel documento: «Non perderete il lavoro a causa di un'IA, ma a causa di qualcuno che usa l'IA». L'IA potrebbe persino, secondo lui, aiutare a colmare il deficit di manodopera e aumentare il PIL mondiale rendendo la tecnologia accessibile a più persone, perché l'IA «parlerà la lingua che volete che parli».

Il documento cita anche un'osservazione del 1999 di Vint Cerf, uno dei "padri di Internet", che diceva che un anno nel settore di Internet equivaleva a sette anni "normali". Oggi, lo studio suggerisce che l'IA evolve ancora più velocemente, e che «le macchine possono superarci».

Un Frecciarossa lanciato a tutta velocità, ma verso quale destinazione?

Il rapporto dipinge il ritratto di una rivoluzione tecnologica di un'ampiezza e una rapidità senza precedenti. L'IA, spinta da investimenti colossali e avanzamenti fulminei, si infiltra in tutti gli strati della nostra società, dal laboratorio di ricerca al nostro smartphone, passando per la fabbrica e l'ufficio. I numeri danno le vertigini: crescita esponenziale degli utenti, dei dati, delle capacità di calcolo, ma anche dei costi di sviluppo per i modelli più avanzati.

Se i benefici potenziali sono immensi – liberare l'umanità dai compiti ripetitivi, accelerare la scienza, connettere gli ultimi miliardi di umani a un'informazione arricchita – le incertezze rimangono. La redditività dei modelli economici attuali, la competizione feroce tra giganti tecnologici e Stati, e l'evoluzione del lavoro sono altrettante questioni che si pongono con urgenza.

Una cosa è certa, come conclude lo studio: «il genio non tornerà nella bottiglia». Allora, pronti per il viaggio? Sembra che siamo già tutti a bordo.

Jerome

Esperto in sviluppo web, SEO e intelligenza artificiale, la mia esperienza pratica nella creazione di sistemi automatizzati risale al 2009. Oggi, oltre a redigere articoli per decifrare l'attualità e le sfide dell'IA, progetto soluzioni su misura e intervengo come consulente e formatore per un'IA etica, efficiente e responsabile.

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