Capgemini, SAP e la pepita francese Mistral AI si alleano per implementare oltre 50 applicazioni di IA generativa su misura per i settori in cui l'errore non è ammesso. Una sfida enorme per una tecnologia ancora in piena ebollizione.
E se l'intelligenza artificiale generativa, questa tecnologia in grado di creare testi, immagini o codici su richiesta, potesse entrare docilmente nei ranghi dei settori più blindati come la finanza o la difesa? È la scommessa un po' folle che tre attori di primo piano hanno appena lanciato: il colosso della consulenza Capgemini, il maestro tedesco dei software aziendali SAP, e la startup francese in ascesa, Mistral AI. Insieme, vogliono dimostrare che anche l'IA più creativa può indossare un completo e cravatta e rispettare le regole alla lettera.
27/05/2025 21:20 JérômeQuando si parla di IA generativa, o "GenAI" per gli addetti ai lavori, spesso si immagina una creatività sfrenata, un po’ caotica. Pensate a quegli strumenti che vi scrivono una poesia in pochi secondi o generano immagini surreali. È un po’ come un enorme cervello digitale nutrito da miliardi di dati, capace di produrre contenuti nuovi. Ma questa libertà può far tremare i settori in cui la sicurezza dei dati e la conformità normativa sono fondamentali. «Le aziende si stanno sempre più rivolgendo all’IA generativa per migliorare la loro resilienza, razionalizzare le operazioni e accelerare il ritorno sugli investimenti», spiega Fernando Alvarez, direttore strategico di Capgemini. La posta in gioco è quindi alta: come domare questa potenza per settori come i servizi finanziari, il pubblico, l’aerospaziale, la difesa o l’energia?
Per affrontare questa sfida, ogni partner contribuisce con il suo tassello.
Nella pratica, come si presenteranno queste applicazioni di IA? I partner hanno svelato alcuni esempi. Nel settore energetico, si parla di «ispezione predittiva tramite droni», dove l’IA analizzerebbe le immagini per anticipare le esigenze di manutenzione. Per l’aerospaziale e la difesa, si tratterebbe di un’«assistenza aumentata per i tecnici», aiutandoli ad esempio a gestire non conformità sul campo, un’applicazione dettagliata da ActuIA. Altri casi d’uso, più trasversali, puntano all’ottimizzazione degli «acquisti intelligenti multisorgente».
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Queste soluzioni sono progettate per essere «business-ready» (pronte all’uso per le aziende) e alcune sono persino definite «low-impact». Se il termine non è ufficialmente definito, ITBrief Asia parla di casi d’uso che mirano a «minimizzare l’impatto ambientale grazie a un’impronta di carbonio più bassa». Un’IA più verde, oltre che più sicura? L’idea è allettante.
Lo sapevate?
Capgemini e SAP non sono alla loro prima collaborazione nell’IA. Avevano già lavorato insieme, ad esempio con il fornitore automobilistico Brose, su un progetto chiamato «SupplierGPT», un assistente IA per i fornitori basato sulla piattaforma SAP BTP.
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Il vero punto di forza di questa alleanza, come sottolinea Marjorie Janiewicz, responsabile delle entrate di Mistral AI, è «rendere l’integrazione effettiva dell’IA più accessibile a tutte le organizzazioni, comprese quelle dei settori altamente regolamentati». Perché il paradosso è proprio questo: come implementare una tecnologia così dirompente come l’IA generativa in ambienti dove ogni virgola conta e dove la minima fuga di dati può avere conseguenze disastrose?
La risposta, secondo i partner, risiede in un approccio in cui governance e allineamento alle normative sono integrati «fin dalla progettazione». Si tratta di costruire un’IA responsabile, dove l’etica non è un’opzione.
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L’annuncio di questa collaborazione tra Capgemini, SAP e Mistral AI segna una tappa significativa. Dimostra la volontà di demistificare l’IA generativa e renderla operativa, persino dove meno ce lo si aspettava. Unendo la potenza dei modelli di Mistral AI, la robustezza della piattaforma SAP e l’expertise settoriale di Capgemini, il trio spera di trasformare le promesse dell’IA in valore tangibile per le aziende, mantenendo al contempo le necessarie salvaguardie.
Resta da vedere come questi «oltre 50 casi d’uso» verranno implementati concretamente e come i settori coinvolti accoglieranno questi nuovi strumenti. Una cosa è certa: se l’IA riuscirà a dimostrare il suo valore in questi settori ultrasensibili, avrà davvero guadagnato i suoi titoli nobiliari. E chissà, forse persino il vostro bancario finirà per parlarvi il linguaggio della GenAI? Sarebbe una piccola rivoluzione!
Jerome
Esperto in sviluppo web, SEO e intelligenza artificiale, la mia esperienza pratica nella creazione di sistemi automatizzati risale al 2009. Oggi, oltre a redigere articoli per decifrare l'attualità e le sfide dell'IA, progetto soluzioni su misura e intervengo come consulente e formatore per un'IA etica, efficiente e responsabile.